(di Besa Misa) – Maggio 2022
Il gusto del vino è stato studiato sistematicamente fin dall’inizio della ricerca in campo sensoriale, con vari scopi legati alla qualità del prodotto e alle preferenze dei consumatori. I recenti progressi delle neuroscienze hanno permesso di approfondire le modalità di elaborazione cerebrale delle percezioni suscitate dalle molecole attive nel gusto. In particolare, le implicazioni delle caratteristiche sintetiche, emotive e di rappresentazione mentale dell’olfatto, insieme alle influenze cross-modali sulla percezione del sapore, dovrebbero essere adeguatamente riconosciute nei metodi di degustazione[1].
“Il gusto di una molecola o di una miscela di più molecole si costruisce nel cervello di un assaggiatore” dicevano Morrot, Brochet e Dubourdieu[2] nel 2001. La percezione del gusto infatti e le emozioni provocate in fase della degustazione di un prodotto come per esempio il vino, possono cambiare e allinearsi alle aspettative create dalla comunicazione e le attività di marketing legate al prodotto. Seppure la valutazione relativa alla qualità del prodotto in sé non potrà cambiare, certamente l’emozione provocata dal contesto in cui il prodotto viene assaggiato, la comunicazione nonché il colore dello stesso vino possono influenzare la preferenza soggettiva del consumatore. Il colore può determinare fino all’ 85% delle decisioni di acquisto di un prodotto perché evoca emozioni e passioni e la sua percezione precede la fase di processamento cognitivo degli stimoli influenzando le decisioni.

I colori convenzionali del vino sono bianco, rosso e rosato ma dietro queste tre macro categorie si nascondono tante sfumature di tonalità e di gusti con il rosso porpora, rubino, granato e aranciato; il giallo verdolino, paglierino, dorato e ambrato; il rosa tenue, cerasuolo e chiaretto. Le variabili che influenzano i colori sono legate alla tipologia di macerazione e fermentazione, all’utilizzo di contenitori in legno durante l’affinamento, alla quantità di anidride solforosa impiegata, alle caratteristiche territoriali del vitigno oppure semplicemente all’evoluzione della bottiglia.
Non tutti sanno che esistono anche vini dalle sfumature cromatiche bizzarre. Vini che mescolati con pigmenti naturali della buccia dell’uva assumono un colore blu o azzurro, o verdi utilizzando erbe estratte a freddo nel vino durante la vinificazione. Esistono varianti di vino di colore giallo-verde jalapeño, oppure vini di colore arancione ottenuti da uva bianche lasciate con le loro bucce e semi intatti per un periodo prolungato di tempo.

Ovviamente, un vino non buono non potrà mai cambiare la sua essenza, ma l’emozione provocata dal colore o dalla tipologia di packaging può influenzare la scelta e l’esperienza sensoriale del consumatore.
La valutazione di un vino comincia con l’analisi visiva ed è proprio attraverso il suo colore che comincia a parlarci di sé in modo chiaro e deciso oppure sfuggente. Il nostro stato d’animo legato al colore e alle aspettative ci porterà alla decisione finale. Chi sarà coraggioso abbastanza per assaggiare un vino blu?
[1] Fine wine flavour perception and appreciation: Blending neuronal processes, tasting methods and expertise https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0924224421004271
[2] The Color of Odors https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0093934X01924939
Siti consultati:
http://www.vicenzanews.it/it/territorio/focus-on/focus-on-l-importanza-del-colore-nella-comunicazi
https://www.eataly.net/it_it/magazine/racconti/in-cantina/colori-vino
https://www.indivino.it/news-dal-blog/1-blog/13-i-colori-del-vino.html
Photos via:
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