Dégradé, armonie e sovraimpressioni nella pittura contemporanea
(di Gianluca Sgalippa) – Marzo 2022
La pittura astratta, specialmente nella versione geometrica, ha sempre governato la tensione tra intuito e razionalità, tra equilibrio visivo e atteggiamento dirompente rispetto alla tradizione accademica. Da Mondrian all’Astrattismo contemporaneo, arte e scienza intrattengono un rapporto ambiguo ma simbiotico, teso a disvelare il potenziale espressivo delle forme schematiche.


In quell’indirizzo artistico, i diversi autori hanno attribuito alla ricerca cromatica e alle soluzioni geometriche pesi differenti. Variabile è sempre stato anche il rapporto tra teoria e pratica: la produzione di autori come Klee e Kandinskij si è intrecciate con i rispettivi contributi teorici, talvolta con esiti dissociati.
Insomma, non è mai esistito un approccio scientifico alla pittura astratto-geometrica, nonostante le fonti euclidee e gli studi sulla percezione in chiave fisiologica.
Solo l’avvento del digitale – con tutta l’asetticità dello strumento informatico – le composizioni astratte possono strutturarsi su un fortissimo rigore cromatologico. Non assoluto, vista la diversità fra i sistemi di colori, però forte delle formulazioni multidisciplinari maturate nel corso del ‘900.
Dobbiamo riconoscere che la stessa grafica digitale fornisce temi del tutto nuovi rispetto al passato. Innanzitutto il pixel, particella elementare delle immagini binarie, viene identificato come elemento linguistico a tutti gli effetti, a costo dell’omologazione tra un autore e l’altro… e anche dell’equivalenza tra stampa digitale e realizzazione ad acrilico su tela…


Lo sanno bene artisti contemporanei come lo statunitense Jeff Davis e @magenta.mind, di cui ci sfugge l’appartenenza geo-culturale.
Dal loro lavoro però emerge una scelta ulteriormente identificativa. Essi non utilizzano i pixel solo per la formazione di griglie ortogonali. La quadrettatura rappresenta il riferimento per la creazione armonie cromatiche, per le quali il Sistema Cromatico NCS offre importanti strumenti, codificazioni e linee metodologiche. Le infinite gradazioni tonali diventano vera materia linguistica, quasi a voler rivelare il DNA della cromatologia.
Se le loro matrici cromatiche costituiscono l’aggregazione più elementare del quadrangolo-nuance, troviamo formulazioni più complesse nell’attività del greco Argiris Ser, che applica il tema delle gradazioni alle strisce parallele, dell’argentino Felipe Pantone, innamorato dei contrasti dinamici da computer graphics, e Aez 213, perennemente alla ricerca di pattern con intricati effetti chiaroscurali.
Questo scenario affonda le proprie radici nell’Optical, con chiari debiti verso figure come Piero D’Orazio e Carl Krasberg, con i suoi giochi di fitte intersezioni di pattern a contrasto.

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