(di Guglielmo Giani) – febbraio 2018
Come ben sappiamo il colore è relativo. Diversi fattori influenzano ciò che percepiamo: lo sfondo può rendere un color più chiaro o più scuro, l’angolo sotteso dall’occhio può farci apparire un colore più saturo o meno, la temperatura colore di una fonte luminosa può giocare strani effetti metamerici…
Il colore “in senso stretto” non è il solo ad essere relativo, anche il bianco e il nero sono due sensazioni molto labili. Ciò che definiamo “bianco” o “nero” ha senso solo in relazione a ciò che ci circonda all’atto di definire quelle due particolari sensazioni. Un ripiano di lavoro può apparire bianco, ma appoggiandoci sopra un pezzo di carta (privo di sbiancanti ottici) ci renderemmo conto che il ripiano non é poi così bianco, ma in realtà grigio chiaro o beige chiaro. Un cartoncino può apparire nero ma se lo confrontassimo con un velluto rimarremmo delusi nello scoprire che il cartoncino é grigio scuro.
Il bianco e il nero: due percezioni, due stati così diversi ma altrettanto simili.
La curiosità ci porta a domandarci qual’è il material più scuro che possiamo ottenere? Sulla carta la risposta è facile: quel materiale che ha una riflettanza nel visibile pari a zero.
Sfortunatamente un materiale così ancora non esiste, e come lo zero assoluto, é probabilmente una chimera. Qual’é quindi ad oggi il materiale più scuro che esista sul mercato?
Entri in scena Vantablack!
Vantablack (Vertically Aligned NanoTube Arrays) é un materiale, come dice il nome stesso, basato su nanotubi di carbonio*, sviluppato e prodotto dall’azienda inglese Surrey NanoSystems.
Vantablack ha un riflettanza dello 0.00035%. Per dirla in soldoni, se illuminassimo il materiale con 100000 fotoni, solo 35 verrebbero rimessi nello spettro del visibile. Data la natura molto opaca del materiale, questi 35 fotoni verrebbero diffusi in tutte le direzioni e solo pochissimi raggiungerebbero il nostro occhio. Anche solo facendo questi calcoli approssimativi, ci rendiamo conto che questo materiale appare completamente nero se osservato sotto una normale sorgente luminosa.
Ma quanto è nero Vantablack? Cosi nero che stropicciando un foglio di alluminio coperto con Vantablack non saremmo in grado di vedere le pieghe.
A primo acchito potrebbe sembrare una curiosità scientifica, in realtà il materiale ha enormi applicazioni in ambito ottico, specialmente nello sviluppo di strumenti ottici ad alta precisione. Molti dei telescopi montati sui satelliti progettati dalla NASA, l’ESA e la JSA hanno l’interno rivestito di questo materiale, per evitare l’insorgere di straylight (luce sporadica), ossia un tipo di rumore strumentale nei sistemi ottici dovuto a luce non voluta.
Sfortunatamente il materiale non è disponibile in commercio se non sotto licenza, quindi veramente difficile da osservare dal vivo se non visitando la sede dell’azienda produttrice.
Esiste un versione leggermente più “chiara” denominata Vantablack S-VIS, composta da nanotubi di carboni non allineati che può essere applicata facilmente a spruzzo. Questa versione commerciale é stata offerta dall’azienda, in licenza esclusiva, all’artista anglo-indiano Anish Mikhail Kapoor, rappresentante del Regno Unito alla XLIV Biennale di Venezia e vincitore, tra gli altri, del premio Turner nel 2002. Questa licenza esclusiva ha creato un enorme scalpore nel mondo artistico internazionale, in particolare Christian Furr e Stuart Sample hanno innondato i social media con articoli e post esprimendo il loro stupore e dissenso.
Come rappresaglia ‘artistica’ Stuart Sample ha sviluppato e prodotto il pigmento “più rosa” che esista, mettendolo in commercio online per chiunque, tranne Anish Kapoor! In seguito Sample ha introdotto altri pigmenti ultra-saturi e una pitture acrilica nera molto simile a Vantablack S-VIS. Per completare il cerchio Anish Kapoor ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una foto dove offre a Stuart Sample il dito medio (intinto nel suo rosa)! Una schermaglia fra artisti che alcuni critici hanno definito essa stessa un esempio di arte contemporanea.
Se siete curiosi di “vedere” il secondo nero-più-nero-che-c’é vi invito a visitare il sito di Stuart Sample
*I nanotubi sono allotropi del carbonio (come la grafite e i diamanti) con un immenso potenziale tecnologico. Se siete curiosi vi invito a cercare online articoli a riguardo.
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