(di Tiziana Vernola) – gennaio 2018
“O immaginazione! Il più grande tesoro dell’uomo,
l’inesauribile fonte alla quale tanto
l’Arte quanto la Cultura vengono ad abbeverarsi!
Oh, rimani con noi…
così che ci si possa porre al riparo
dal cosiddetto Illuminismo,
quell’orrendo scheletro senza sangue né carne”
(F. Schubert, 1824)
Se desideri vedere le valli, sali sulla cima della montagna. Se vuoi vedere la cima della montagna, sollevati fin sopra la nuvola. Ma se cerchi di capire la nuvola, chiudi gli occhi e pensa.
(Kahlil Gibran)
Psicologia immaginazione e colore sono intrinsecamente legati e strumenti come la procedura immaginativa ci fanno capire come.
La psicologia è una scienza relativamente giovane che si avvale di strumenti psicoterapeutici finalizzati alla cura e al benessere del paziente che presenta una sofferenza psichica.
In particolare la psicologia si avvale di uno strumento che prende il nome di Procedura Immaginativa il quale si basa sull’uso privilegiato, ma non esclusivo, della creatività immaginativa del paziente.
Secondo Watson, psicologo comportamentista, le immagini mentali sono una varietà di pensiero sub vocale, e coinvolgono semplicemente dei piccoli movimenti della laringe.
In pratica immaginare equivale a parlare a sé stessi, e sarebbe una forma di discorso interiore.
Questo tipo di premessa ci fa capire che l’immaginazione possiede uno specifico linguaggio, che include anche quello dei colori.
” Per lor maladizion sì non si perde,
che non possa tornar, l’etterno amore,
mentre che la speranza ha fior del verde. “
( Dante, Purgatorio, canto III )
Il verde assoluto è il colore più calmo che esista: esso non si muove in nessuna direzione e non ha alcuna nota di gioia, di tristezza, di passione, non desidera nulla, non aspira a nulla.
Questa costante assenza di movimento è una proprietà che ha un effetto benefico su persone stanche, ma dopo qualche tempo di riposo può venire facilmente a noia.
(Wassily Kandinsky)
Durante un esercizio di procedura immaginativa, il terapeuta mette il paziente nelle migliori condizioni fisiche e mentali affinchè la sua attenzione possa concentrarsi dentro di sé; posizione rilassata, e semi oscurità sono fondamentali per la riuscita del procedimento.
Poi il terapista suggerirà una immagine, un “prato” ad esempio, e il paziente dovrà attivare la sua immaginazione in modo da arricchire il suo racconto, di quali più dettagli possibili, che includono anche la scelta dei colori.
Potrà ad esempio immaginare un prato che potrebbe essere di colore verde, dove il verde non è un colore a caso.
ll verde è il colore delle foglie, dei prati, il colore della natura, tanto che l’uomo ha da sempre scovato delle analogie tra natura e nascita della vita. È anche il colore della aspirazione alla longevità, all’immortalità, come dimostrano le palme sacre ai babilonesi, il vischio tra le popolazioni celtiche, e l’alloro delle civiltà greco-romane.
La Psicoterapia con la Procedura Immaginativa (P.I.) è un metodo ad orientamento psicodinamico, che trae origine storica dal Rêve-Eveillé di Robert Desoille.
Si colloca, attualmente, all’ interno di un quadro di riferimento teorico post-freudiano. Si parte dal presupposto che l’Immaginario sia una facoltà psichica e fisiologica della mente umana, a metà strada tra sogno e realtà, dove l’inconscio viene analizzato e indagato cercando di aggirare le sue difese.
Lo scopo di questa procedura è quindi quello di analizzare l’inconscio e la percezione della realtà del soggetto, dove la descrizione delle sue “immagini immaginate”, e dei colori ad esse attribuiti, risulta un passaggio fondamentale.
La scelta di un colore piuttosto che di altro ci da infatti idea delle emozioni che il soggetto vive e porta dentro di sè, consapevolmente o meno.
Ad esempio un racconto di questo tipo:
“.. immersa in quel paesaggio con gli occhi chiusi, rivedo le immagini di quel lupo nero..… (..)”
La scelta di questo colore, associata alla immagine del lupo proprio di colore nero, ci indica che il soggetto forse prova angoscia e ansia.
Trattasi di emozioni talora talmente spiacevoli, che si tende a ignorarle, aprendo la via a sofferenze mentali e psicosomatiche spesso dolorose e invalidanti.
Afferma Simone Vender (Professore Straordinario di Psichiatria, Università degli studi dell’Insubria), la procedura immaginativa rappresenta “una via privilegiata di accesso all’inconscio, capace di far emergere l’intreccio delle funzioni cognitive, affettive e simboliche”, “al crocevia tra istinti inconsci e pensieri dell’Io cosciente, è un movimento esplorativo e riparatorio”.
AUTORE:
Tiziana Vernola
Mi chiamo Tiziana Vernola e lavoro come Psicologa-Psicoterapeuta a indirizzo neo-ericksoniano. Sono laureata in Psicologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e, iscritta all’Albo degli Psicoterapeuti della Regione Lombardia (numero 9903), socia SIMP (Società italiana medicina Psicosomatica) dopo aver conseguito la formazione quadriennale in Psicoterapia Ipnotica (AMISI) mi sono dedicata alla cura di: disturbi d’ansia, depressione e disturbi psicosomatici Oggi mi interesso inoltre a problematiche legate alla coppia, all’educazione sessuale, all’omosessualità, e a percorsi di crescita personale e sostegno psichico ai Malati di HIV, che, in questo modo, migliorano la loro qualità di vita e godono maggiormente dei benefici delle cure.
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