(di Marianna Soddu) – marzo 2015
Forma e colore nel disegno infantile
Il disegno infantile è sicuramente uno degli strumenti privilegiati dai bambini per esprimersi: insieme al gioco infatti permette di comunicare emozioni, sentimenti e anche i conflitti interiori. Per questo motivo il disegno rappresenta un valido aiuto nella comprensione del mondo affettivo del bambino, uno strumento di comunicazione a tutti gli effetti che si pone come ponte fra la comunicazione adulta, più complessa e strutturata, e quella infantile, primitiva e sicuramente più immediata.
Dal disegno infantile è infatti possibile trarre importanti informazioni in merito alle diverse fasi della crescita del bambino, che ne scandiscono lo sviluppo emotivo, comunicativo, cognitivo, motorio e sensoriale.
Così come i traguardi più significativi hanno un esordio collocato in un particolare momento della vita, per esempio la prima parola, anche il disegno percorre diverse tappe dello sviluppo del bambino e, ad ognuna, diventa sempre più espressione di maturità. Con lo “scarabocchio”, che si colloca attorno ai 18-20 mesi di vita, il bambino inizia a porre qualche segno grafico sul foglio, azione però non soggetta al controllo mortorio il quale farà la sua comparsa intorno ai due anni.
Verso il terzo anno di età il bambino inizia a dare significato al suo disegno, raffigurando immagini di vita vissuta, commiste al mondo immaginifico delle sue fantasie.
Una vera e propria intenzionalità comunicativa, però, compare al quarto anno di età quando il disegno infantile acquista un significato comprensibile anche all’adulto ed è in questa fase che nel disegno iniziano a prendere posto le raffigurazioni di persone.
Del disegno infantile possiamo analizzare i diversi aspetti proiettivi della linea, dello spazio, delle dimensioni e dell’uso del colore. Le linee disegnate dai bambini possono essere molto diverse tra loro e sono dotate di notevole carica espressiva: linee arrotondate rappresentano rilassamento e benessere; tratti molto marcati e tendenti verso l’alto sono segno di vitalità; l’aggressività e l’impulsività sono rappresentati da un disegno della linea con tratti spezzati, irregolari, che vanno a formare delle punte.
L’intensità e la forza del tratto inoltre, ci dicono tanto dell’energia del soggetto: una forte pressione sul foglio indica un alto livello di energia vitale, aggressività e assertività, mentre una pressione molto leggera è segno di una personalità insicura, timida e indecisa. L’utilizzo dello spazio nel foglio, invece, ci fornisce importanti informazioni in merito alle relazioni che il bambino intrattiene con l’ambiente.
Generalmente i bambini che utilizzano molto bene lo spazio sul foglio, distribuendo il disegno in maniera proporzionata, sono i più sereni. In particolare, dello spazio si può analizzare la fuoriuscita dai bordi che, se permanente nei bambini più grandi, può indicare carenza affettiva, ricerca di aiuto o mancanza di fiducia in se stessi. L’utilizzo di una piccola porzione del foglio, invece, è tendenzialmente associabile a bambini insicuri.
La dimensione del disegno è un argomento altrettanto interessante perché esprime molto bene il mondo affettivo-relazionale del bambino. Le persone disegnate sono solitamente persone care al bambino, ma egli le rappresenta senza tener conto della dimensione reale, bensì le valuta in base al significato che hanno per lui, non per la loro dimensione effettiva.
Un’immagine genitoriale di piccole dimensioni può rappresentare l’assenza di quella figura relazionale, sia fisica sia affettiva: il disegno e le sue dimensioni possono quindi essere considerati come rappresentazione grafica dei significati consci e inconsci del mondo interiore del bambino e delle sue rappresentazioni.
L’uso del colore è un altro indicatore prezioso per valutare il disegno infantile: esso può far luce sulla vita emotiva del bambino. Il colore è utilizzato in abbondanza nel disegno e in quello dei più piccoli vengono privilegiati colori molto caldi e ricchi, come ad esempio il rosso e il giallo nella loro accezione psicologica più ancestrale e primitiva.
Con il passare del tempo, il bambino cresce e perde interesse per il colore, mentre subentra quello per la forma, per le tonalità più fredde e per le sfumature. I colori più freddi, infatti, simboleggiano il ragionamento, il senso critico e la razionalità, tutte caratteristiche che subentrano con l’aumentare dell’età del bambino. I bambini più piccoli, a differenza dei grandi, non si preoccupano che i colori corrispondano alla realtà, ma ne fanno uso sotto la spinta delle emozioni e di veri e propri movimenti pulsionali che affondano le loro radici nei più autentici meccanismi neurali e percettivi dell’uomo. Ne consegue, quindi, una genuinità ed un disinteresse tipici esclusivamente dell’età infantile.
Col passare del tempo, poi, il bambino acquisisce sempre più consapevolezza e capacità, anche grazie agli insegnamenti che gli derivano dal percorso scolastico, per cui il disegno risulta più chiaro, più proporzionato e dunque più aderente alla realtà, la realtà di tutti, non solo quella interiore del bambino.
Durante i primi anni, infatti, il bambino non rappresenta la copia esatta della realtà, ma raffigura in qualche modo quello che per lui ha più significato.
Se è vero che il raggiungimento di questa maturità espressiva e comunicativa rappresenta un traguardo fondamentale per il bambino, vi è però anche il rovescio della medaglia: l’autenticità presente nel disegno infantile viene a mancare man mano che si cresce e quelle caratteristiche di ingenuità e di spontaneità vengono rimpiazzate dalla ricercatezza dei dettagli, da un’attenzione per gli accostamenti cromatici e per le forme, e dal ragionamento che diventa cruciale non solo sul piano rappresentativo ma anche su quello ideativo.
Questi aspetti sono rintracciabili nel disegno più maturo del bambino, ma permangono anche in quello dell’adulto, così come all’interno di quei contesti dove il disegno, i colori e le forme risultano un aspetto fondamentale per una comunicazione efficace.
In realtà, nonostante apprendimento e sovrastrutture culturali, anche l’adulto è in grado di comprendere il disegno infantile, ma solo abbandonando spirito critico e lasciandosi andare al mondo inconscio, il mondo della fantasia più libera e rappresentativa.
Molte sono le espressioni artistiche che afferiscono al mondo dell’infanzia, ed in particolare le opere di artisti affetti da psicopatologie della sfera psicotica ne sono un’importante esempio: libero da convenzioni e dalla struttura di significati condivisi, ancorato solo al proprio mondo interiore e guidato dalle pulsioni e istinti del singolo, il segno grafico e l’uso del colore anche questi casi rappresenta un’efficace mezzo di comunicazione, un mezzo immediato, privo di filtri, per esprimere ciò che l’individuo ha dentro, permettendo anche a chi lo osserva di abbandonare gli abituali schemi di comprensione e riferimento per abbandonarsi e lasciarsi guidare dalle parti più primitive, più infantili custodite della mente inconscia dell’adulto.
Autore: Marianna Soddu
Con la collaborazione di: Martina Vimercati
Marianna Soddu, psicologo clinico, esperta in ipnosi clinica. Svolge attività libero-professionale a Milano, e come consulente per la Procura della Repubblica e Tribunale di Milano.
Contatti: marianna.soddu@virgilio.it
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